LE STANZE DELLA CASA
Tre Stanze - Tre Donne
a descriverne i contorni
Artemisia Lomi Gentileschi, pittrice italiana di scuola caravaggesca, nasce a Roma l'8 luglio 1593 e muore a Napoli il 14 giugno 1653.
Presso la bottega paterna, assieme ai fratelli, ma dimostrando rispetto ad essi maggiore talento, Artemisia ha il suo apprendistato artistico, impara il disegno, il modo di impastare i colori e di dar lucentezza ai dipinti. Poiché lo stile del padre, in quegli anni, si riferiva esplicitamente all'arte del Caravaggio (con cui Orazio ebbe rapporti di familiarità), anche gli esordi artistici di Artemisia si collocano, per molti versi, nella scia del pittore lombardo. Apprende dal padre, il limpido rigore disegnativo, innestandovi una forte accentuazione drammatica, ripresa dalle opere del Caravaggio, caricata di effetti teatrali; stilema che contribuisce alla diffusione del caravaggismo a Napoli, città in cui si traferisce nel 1630.
Negli anni settanta del novecento, a partire dalla notorietà assunta dal processo per stupro da essa intentato, diviene un simbolo del femminismo internazionale, con numerose associazioni e circoli ad essa intitolate.
Contribuiscono all'affermazione di tale immagine la sua figura di donna impegnata a perseguire la propria indipendenza e la propria affermazione artistica contro le molteplici difficoltà e pregiudizi incontrati nella sua vita travagliata.
Maria d'Enghien, nata 1367 e morta a Lecce il 9 maggio 1446 è certamente la più celebre tra le donne leccesi del passato, in quanto alla morte del padre Giovanni e dopo l'effimero potere del fratello Pirro, è lei a prendere il comando della contea.
Contessa, Principessa, Regina, Sposa, Madre, Guerriera, Mecenate, Amministratrice. Maria d'Enghien è una di quelle poche donne dell'Italia meridionale di fine Trecento e della prima metà del Quattrocento che riuscì a rivestire ruoli innovativi, emancipati, concreti ed operativi, grazie alle sue "meravigliose doti d'animo".
Un carisma salentino ed un modello
femminile di straordinaria attualità.
Donna dei sui tempi Donna oltre i tempiDonna di questi tempi
Per saperne di più vedi:
https://www.fondazioneterradotranto.it/2012/09/08/un-ritratto-di-maria-denghien/
Camille Claude, scultrice francese, nasce in Francia a Villeneuve sur Fere l'8 dicembre 1864 e muore a Montfavet il 19 ottobre 1943. Camille Claudel, donna ricca di doti eccellenti e di grande fiera bellezza, è riconosciuta una scultrice di talento, ma anche "un artista maledetto" come Rimbaud o Van Gogh, un'eroina dei tempi moderni che muore in completa solitudine, dopo essere stata rinchiusa per trent'anni in manicomio.
Ancora bambina Camille comincia a modellare con accanimento. Non seguendo un iter di apprendimento regolare si rivolge istintivamente a soggetti viventi, saltando i lunghi esercizi di copia di nature morte imposti nelle Accademie; la scultura la coinvolge e coinvolge l'intera famiglia: non avendo ricevuto lezioni affronta audacemente i soggetti mobili e, a turno, tutti sono costretti a posare per lei.
Nel 1881, non ancora ventenne, giunge a Parigi, con tutta la famiglia, e incontra quasi subito Auguste Rodin, quarantenne e all'inizio di una carriera favolosa. Ne diviene modella e musa, poi allieva e collaboratrice e, ad un certo punto, amante.
Camille lavora l'argilla impasta il gesso e scolpisce il marmo
con energia e precisione
Rodin così descrive Camille Claudel "Ha una natura profondamente personale, che attira per la grazia, ma respinge per il temperamento selvaggio."
M. Morhro nel 1883 dipinge Camille discepola di Rodin, come "giovane fanciulla silenziosa e diligente che, lontana dagli ozi, impasta e lavora la terra argillosa".
https://www.lundici.it/2015/03/camille-claudel-scultrice-geniale-e-maledetta/